Raffaele ascolta, osserva e viaggia. Arriva in Kurdistan e scopre rotoli ruvidi, feltri istoriati, stuoie e ammassi di pelo colorato. Segue una pista che lo porta sui monti Altai, culla dei ceppi nomadici indo-europei, dove trova nuovi talenti, vecchi di 4000 anni e non li lascia più andare.
A Milano, Raffaele incontra Elisa, che lascia l’arte contemporanea per seguirlo fin dagli esordi nel progetto Altai e anche nella vita. Vivono insieme, lavorano insieme e creano quello che continua a essere un luogo, uno spazio, un mondo unico nel suo genere.